Il lavoro oggi: tra orario fisso e smart working

Il lavoro oggi: tra orario fisso e smart working

Tempo di lettura: 3 min
Il lavoro oggi: tra orario fisso e smart working

La maggior parte delle aziende italiane è ancora legata al concetto di orario fisso perché ritiene, in questo modo, di avere il controllo su quanto i dipendenti lavorino e producano.
È davvero così o sono in atto cambiamenti che sarebbe meglio assecondare?

L’orario fisso in ufficio è garanzia di qualità?

Stare sul posto di lavoro 8 ore o più non significa per forza maggiore produttività perché questa è legata alla motivazione personale, alla concentrazione e a molti altri fattori, non all’obbligo di rimanere in ufficio per un tempo stabilito.
Semplificando, una persona può sedersi alla scrivania dalla mattina alla sera senza raggiungere alcun obiettivo o rimanerci meno ma con più qualità.
Vale anche il contrario, certamente, se non fosse che sempre più il mondo del lavoro sta andando nella direzione dello smart working e del lavoro flessibile.

Il meccanismo dell’orario fisso in ufficio può addirittura tramutarsi in un boomerang per l’azienda!
Potrebbe succedere che i dipendenti, poco motivati, restino più ore del dovuto senza mai arrivare alla loro massima produttività. In questa situazione l’azienda si troverebbe a dover sostenere un ulteriore costo a causa delle ore di straordinario senza però avere un vantaggio in termini produttivi.

Come fare? Affidarsi alla flessibilità, cambiare mentalità, passare dal “lavorare per orario” al “lavorare per obiettivi”.

Cambiare per restare al passo con i tempi: lo smart working

Il mondo del lavoro dipendente sta cambiando e sta andando sempre di più verso lo smart working: non conta quanto lavori e dove, conta ciò che raggiungi.

In questo modo aumenta la motivazione dei collaboratori e il loro grado di partecipazione e responsabilità nei confronti dell’azienda. E un elevato team-working porta maggiore produttività e maggiori introiti.
In Italia si fa ancora fatica ad applicare questo modello mentre in altri paesi d’Europa e negli Stati Uniti è praticamente una prassi.

Ma in cosa consiste davvero lo smart working?

Alla lettera significa “lavoro intelligente” ma potremmo chiamarlo “flessibile” o “agile” (nome che compare nella legge che lo ha introdotto nella normativa Italiana numero 81 del 22 maggio del 2017) perché permette di svolgere le mansioni lavorative senza vincoli di tempo e di luogo: lavori dove e quanto vuoi, l'importante è che tu raggiunga gli obiettivi prefissati.
Una formula sicuramente interessante che richiede però maggiori responsabilità.

Le nuove tecnologie, internet e le reti wi-fi, stanno cambiando la nostra vita e di conseguenza anche il mondo del lavoro.
È grazie a loro, infatti, che si è diffuso lo smart working, che meglio si adatta alle esigenze dei lavoratori e che garantisce una maggiore qualità e produttività del lavoro stesso.

Se vuoi saperne di più sull'argomento, non perderti il prossimo articolo: Smart working: quando l’utilità si sposa con l’innovazione.

Scritto da Redazione
Creato il: 25 Luglio
Tema: smart working
Categoria: lavoro e paghe
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